Hans Tuzzi
Il sesto faraone
2016
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Bollati Boringhieri
Aprile 1921. Emerso dal vortice della Grande guerra senza un soldo e
senza una patria, Neron Vukcic – che i lettori hanno già visto all’opera
nella spy-story Il Trio dell’arciduca – accetta l’inattesa proposta di
Taamar Margulies, il ricco mercante di spezie conosciuto a
Costantinopoli una vita fa, nel giugno 1914: l’anziano Margulies,
infatti, sospetta che il genero Aaron Peres, a capo della filiale di
Alessandria d’Egitto, falsifichi i giri contabili dell’azienda, forse
per garantire un sostegno economico ai Giovani Turchi ribelli
all’esangue governo del Sultano. Vukcic accetta, e sbarca ad
Alessandria, la fascinosa Perla del Mediterraneo, la città fondata da
Alessandro il Grande cantata da poeti e viaggiatori, metropoli sensuale
con più religioni e razze e lingue e sessi di quante siano le dita delle
mani. Così, nella voglia di vivere scoppiata con il dopoguerra, tra la
società cosmopolita che affolla le strade, i club e le spiagge, tra
archeologi impegnati in campagne di scavo e giovani coppie lanciate nei
nuovi balli venuti dall’America, tra i segni dell’antico splendore e il
presente segnato dalla sorda crescente insofferenza nei confronti della
dominazione inglese, il robusto ex agente segreto del governo
imperial-regio austroungarico incomincia a indagare. Ma l’imprevisto non
tarda a cambiare le regole del gioco: al termine di un’elegante cena in
onore di due noti archeologi, nel giardino di villa Peres viene trovato
cadavere un noto antiquario greco in fama di usuraio. Con un proiettile
in testa. E accanto, svenuta, una pistola in grembo, la signora Peres.
La polizia giunge a una conclusione ovvia. Margulies, tuttavia, non ci
sta. E incarica Vukcic di dimostrare l’innocenza della figlia. Nel solo
modo possibile. Trovando il vero colpevole.
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