Josephine W. Johnson
Il viaggiatore oscuro
2015
Pag. 214
Del Vecchio Editore
È il crepuscolo di una sera di febbraio, i rami dell'oblio in giardino
battono contro i vetri della vecchia finestra di una casa. La porta
d'ingresso si apre e compare Paul, in mano una valigia con dentro le sue
poche cose, le coordinate frammentate e incerte della sua vita. E
insieme a Paul, nella cucina calda e illuminata, s'infila rapida, prima
che la porta si richiuda alle sue spalle, anche l'oscurità. La casa
calda e accogliente è quella di Douglass, zio di Paul, di sua moglie
Lisa e dei loro tre figli: Norah, Tom, e Christopher. Paul viene da una
casa inospitale e tetra dove ogni cosa è oscura; un padre aggressivo,
brutale e anaffettivo; una madre amorevole ma troppo debole e impaurita;
un fratello morto in guerra, orgoglio del padre e incarnazione di tutto
quello che Paul non è e dovrebbe essere; e ha una strana anomalia:
quando si agita e prova emozioni che non riesce a gestire, diventa
cieco, perde la memoria, ed è ossessionato da un alter ego che abita le
pagine del suo diario. Con l'arrivo dell'estate, Paul sembra aver
scoperto il suo talento: fotografare e, alla ricerca di soggetti da
catturare con l'obiettivo, è molto più felice di quanto non sia mai
stato. Ma quando la guarigione sembra ormai avvenuta, l'ombra del
passato torna nella figura del crudele padre, Angus, e dei sentimenti
brutali che Paul prova per lui. La voce di Josephine W. Johnson è
pacata, composta, profondissima e autorevole. Non urla, non sbraccia,
non denuncia apertamente...
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