Carlo Lucarelli
PPP Pasolini, un segreto italiano
2015
Pag. 219
Rizzoli
Primi anni Settanta. A pancia in giù e sollevato sui gomiti, un
ragazzino legge su una rivista frasi impenetrabili, rabbiose, attraenti.
Sono tutte di Pier Paolo Pasolini. Il tempo passa e, quasi
inavvertitamente, dentro quel bambino che oggi è uno scrittore sedimenta
qualcosa di profondo: non è solo la passione per la parola, è l'istinto
di un mestiere. "Seguire quello che succede, immaginare quello che non
si sa o che si tace, rimettere insieme i pezzi disorganizzati e
frammentari, ristabilire la logica dove regnano l'arbitrarietà, la
follia e il mistero." Perché il Pasolini che ci parla dalle pagine di
questo libro non è il poeta né il letterato, è quello della narrazione
civile, lo stesso che confessò di sapere e che è stato assassinato. È
proprio lì che torna Carlo Lucarelli, agli anni più violenti della
nostra storia recente, ai pestaggi, ai morti ammazzati e alle stragi.
Torna al Pasolini intellettuale e all'odio che lo circondava. Attraverso
un tessuto di impressioni intime, analisi politiche e ricostruzioni
storiche, torna a quella notte di novembre del 1975 in cui si è
consumato un delitto comunque politico. Ciò che resta, una volta
disintegrata la versione ufficiale e rimessi in ordine i fatti, è la
certezza di trovarci di fronte a un Segreto Italiano.
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