giovedì 17 settembre 2015

Recensione: "27 ossa" di Diana Lama - Newton Compton -



Diana Lama

27 ossa

Newton Compton

 Nel bosco di Capodimonte, a Napoli, circondato dall'ombra di alberi secolari, sorge il condominio Badenmajer, un palazzo dalla fama sinistra popolato da centinaia di inquilini. L'architetto austriaco che lo progettò morì suicida e i suoi sotterranei, luoghi bui e spettrali, ospitavano un tempo un manicomio femminile. Ad accrescere l'inquietudine del luogo la scomparsa di alcune donne: persone sole, senza legami, o di passaggio in città e la cui assenza non è stata notata. Solo Gloria, ragazza instabile e claustrofobica, si è resa conto che sta accadendo qualcosa di strano, e farnetica di scene raccapriccianti che accadrebbero nel condominio; ma viene considerata poco attendibile da molti, o addirittura pazza. E poi c'è Andrea, poliziotta sospesa dal servizio per aver ucciso il serial killer a cui dava la caccia, per nulla convinta che quel caso sia davvero chiuso. Così, quando in città vengono rinvenuti arti femminili, inizia a indagare per conto proprio, contro le direttive del suo superiore. Gli indizi che segue la conducono inaspettatamente nel luogo in cui vive, e a quel punto ad Andrea non rimane che immergersi nel passato del Condominio Badenmajer, per scoprire cosa nasconda nelle sue viscere. Con uno stile che scava nelle menti dei suoi ambigui protagonisti, con un ritmo incalzante che alterna le voci dei vari inquilini del palazzo, Diana Lama sequestra il lettore trasportandolo dentro le case di potenziali assassini... 

Claustrofobico, inquietante, spaventoso, ansioso? Certo. Ognuno di questi aggettivi potrebbe essere tranquillamente usato per descrivere questo stupendo romanzo. O potrebbero essere usati tutti contemporanemamente. Ma è molto di più. Parto da lontano, giusto per dare un'idea. Molti, molti, anni fa un amico scrittore mi disse: stai leggendo "Shining" di Stephen King? Allora, alla sera, prima di dormire, quando spegnerai la luce, se la spegnerai, ti verrà istintivo dare un'occhiata sotto il letto senza sapere cosa o chi potrai trovarci... "27 ossa" è a questi livelli. E' l'incubo che ti insegue; vorresti fuggire, ma le gambe non rispondono, gli occhi rimangono incollati, terrorizzati, su questo mondo schizofrenico e malato, confinato dentro un assurdo, mostruoso, gigantesco condominio. Il fantasioso edificio Badenmajer ricorda molto da vicino condomini realmente esistiti, costruiti negli anni '60. Tentativi obrobriosi mascherati e spacciati come architettura innovativa. Diana Lama sa scrivere bene, e in particolar modo sa scrivere bene dell'orrore e degli stati d'animo legati ad esso come pochi. Tanti personaggi ma non ci si perde; si fissano in mente immediatamente. La scrittura che passa dalla terza alla prima persona in modo così naturale da quasi non accorgesene. Nessun eccessivo particolare tecnico; grande semplicità di scrittura. Scorrevolezza totale e assoluta. Non un attimo di pausa, nessun cedimento narrativo, letteralmente perfetto. Ogni personaggio ha qualcosa da dare alla storia, nessuno risulta essere comprimario. Hanno tutti alle spalle storie di fallimenti, di drammi spaventosi. Fisici e psichici. E questo entrare nella mente dei protagonisti, farli vivere in questo contesto malato, in questo palazzo che ha alle spalle una storia fatta di leggende, di ancestrali paure e dove si respira ovunque un odore di morte, sconvolge, appassiona, prende alla gola, travolge. Il plot narrativo è fantastico, incalzante. Niente è mai scontato e le sorprese non mancano. Svolgendosi tutto in un interno, ovviamente Napoli rimane un po' avulsa dal contesto. Ma l'ombra della sua storia, del suo fascino, dei suoi segreti, dei chilometrici e misteriosi sotterranei, aleggia sempre su tutto, aggiungendo ulteriore tensione. I capitoli sono relativamente brevi, scanditi dai nomi dei vari personaggi. Continuo a ritenere il capitolo breve un'ottima scelta narrativa, specialmente in un romanzo con queste caratteristiche. Un magnifico thriller, ma anche noir psicologico che sconfina almeno in parte in horror, ma dalle tinte sfocate. Indubbiamente uno dei romanzi più sconvolgenti e interessanti dell'anno. Da non perdere. 

Buona lettura

Paolo Vinciguerra

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