Francesco Facchinetti
La tana del Bianconiglio
2015
Pag 180
Mondadori
Come
ogni grande metropoli, Milano ha un punto dove convergono tutte le sue
contraddizioni. E lì, invece di respingersi, si fondono. Un luogo che si
compone delle vite di tutti quelli che ci passano attraverso, magari
solo per pochi minuti, e non si accorgono di cedere un po’ della propria
individualità per entrare a far parte di un’entità più grande di loro
che impasta, tritura, frulla e metabolizza prostitute, barboni,
milionari, suore, assassini, bambini, sognatori e disperati in un unico,
grande fluido. Questo luogo, a Milano, si chiama Parco Sempione. È in
questo centro pulsante che quella mattina Giovanni Mandelli stava
facendo jogging, prima di andare al lavoro (...) Correva e guardava la
strada davanti a sé, quando improvvisamente voltò un istante lo sguardo
verso gli alberi. Un caso, solo un caso. Questo andò ripetendosi negli
anni successivi, e di questo alla fi ne si convinse. Vide qualcosa. Vide
quella cosa. (...) E poi furono i poliziotti, gli investigatori, il
nastro per delimitare la scena, le fotografi e della scientifica, i
reporter, la massa dei curiosi. E le domande. E poi l’autopsia.
Ipnotico, profondo, decisamente sorprendente. Il thriller di Francesco
Facchinetti colora di luce nero tenebra un luogo familiare che non
guarderemo più con gli stessi occhi.
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