Claudio Giunta
Mar Bianco
2015
Pag. 286
Mondadori
All'inizio c'è una macchia nerastra oblunga
che si muove. Bisogna aspettare qualche secondo: un lampo bianco, una
scossa della macchina da presa, e la pellicola diventa più nitida." La
macchia è una lunga fila di prigionieri, sorvegliati da una squadra di
guardie armate; il filmato è un documentario degli anni Venti su uno dei
primi gulag sovietici nelle isole Solovki, un arcipelago del Mar
Bianco, nel nord della Russia. Un secolo dopo, tre amici fiorentini -
non più giovani ma non ancora veramente adulti - partono per le Solovki
per lavorare al restauro di un antico monastero ortodosso. Pochi giorni
dopo spariscono senza lasciare traccia. Mentre la polizia archivia il
caso come un incidente, il giornalista freelance Alessandro Capace
decide di andarli a cercare. Capace è un "brillante fallito" di
trentasei anni e vive anche lui a Firenze, "questa città di provincia
liquidata un tanto al chilo ai turisti internazionali, questo mercato di
ciarpame en plein air, questa Venezia senz'acqua, questo luna park a
misura di teenager americana ciabattante in infradito, questa Cancùn
rinascimentale dove uno ha sempre l'impressione che, a parte i
camerieri, nessuno veramente lavori". Saranno i suoi articoli e la sua
tenacia a tenere viva l'attenzione intorno alla misteriosa scomparsa dei
tre amici. Dove sono finiti? Sono scappati, o qualcuno li ha fatti
sparire? E in entrambi i casi: perché? Sono davvero amici, come anni di
vita comune, dal liceo in poi, lascerebbero credere?
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