Letizia Triches
Il giallo di Ponte Vecchio
Il giudice Lapo Treschi è nei guai. Firenze, infatti, è turbata da una serie di misteriosi delitti e trovare il colpevole e rassicurare la gente non è certo un compito semplice. Soprattutto perché tra gli omicidi non ci sono legami precisi e l'assassino non lascia tracce. Un caso indecifrabile, all'apparenza. Eppure ci deve essere un particolare che sfugge, qualcosa che è sotto gli occhi di tutti e che nessuno riesce ancora a vedere. È per questo che Lapo si rivolge all'esperto d'arte Giuliano Neri, suo amico di vecchia data. Uomo estremamente curioso e meticoloso, Neri è un restauratore, famoso per la sua abilità nel ritrovare nelle tele indizi anche minuscoli e per la capacità di scandagliare ogni dettaglio fino a scoprire il mistero che si cela dietro un'opera. E proprio davanti al restauro di un quadro attribuito a Rosso Fiorentino, che nasconde un enigma da svelare, i due si troveranno intrappolati in un labirinto da cui sarà difficile uscire...
Ritmo lento, troppo, per un romanzo giallo che poteva avere uno sviluppo ben più movimentato. Lettura che ho trovato difficile durante le prime pagine ma che in seguito è diventata più fluida e piacevole. Una buona idea narrativa anche se non originale. La trama non è particolarmente complessa ed è un po' leggera; non mi ha coinvolto e ne mi ha convinto totalmente. Assolutamente privi di personalità i personaggi. Si nota lo sforzo di dare loro una caratterizzazione ben definita, ma, ahimè, non completamente riuscita. Peccato perchè i protagonisti sarebbero tutti molto interessanti. Invece la capacità di inserire la storia all'interno di un mondo non molto conosciuto come quello del restauro di antiche opere d'arte, è la caratteristica più positiva del romanzo. La Triches ha saputo abilmente evitare una eccessiva terminologia tecnica del settore e anche le descrizioni sono chiare e di facile comprensione anche per chi non è propriamente avvezzo a districarsi in questo mondo. Purtroppo però si ha come l'impressione di incompiutezza generale a fronte di un qualcosa che poteva essere alquanto interessante e invece non è. Anche l'ambientazione fiorentina non coinvolge totalmente. Sembra di essere in una città qualsiasi anche se la scrittrice tenta di descriverla in maniera approfondita. Si ha come l'impressione che il tutto necessitasse ancora di una rivisitazione più approfondita a livello di bozza e editing. Sarebbe una cosa molto strana, dato che solitamente questo non avviene mai con questo editore, che apprezzo in modo particolare per la sua quasi maniacale attenzione ai dettagli, accuratezza, e politica del prezzo da proporre al lettore. Ma forse in questa occasione i tempi erano ristretti. Perchè "Il giallo di Ponte Vecchio" è un romanzo che, sia per la tipologia di storia e sia per i personaggi, avrebbe avuto grandi potenzialità per poter coinvolgere il lettore. Insomma rimane un po' a metà, come sospeso. Nel complesso comunque una lettura piacevole. In conclusione lo definirei uno di quei libri senza infamia e senza lode insomma. Lo leggi, ma alla fine ti rimane poco. Sufficiente.
Buona lettura
Paolo Vinciguerra
Ritmo lento, troppo, per un romanzo giallo che poteva avere uno sviluppo ben più movimentato. Lettura che ho trovato difficile durante le prime pagine ma che in seguito è diventata più fluida e piacevole. Una buona idea narrativa anche se non originale. La trama non è particolarmente complessa ed è un po' leggera; non mi ha coinvolto e ne mi ha convinto totalmente. Assolutamente privi di personalità i personaggi. Si nota lo sforzo di dare loro una caratterizzazione ben definita, ma, ahimè, non completamente riuscita. Peccato perchè i protagonisti sarebbero tutti molto interessanti. Invece la capacità di inserire la storia all'interno di un mondo non molto conosciuto come quello del restauro di antiche opere d'arte, è la caratteristica più positiva del romanzo. La Triches ha saputo abilmente evitare una eccessiva terminologia tecnica del settore e anche le descrizioni sono chiare e di facile comprensione anche per chi non è propriamente avvezzo a districarsi in questo mondo. Purtroppo però si ha come l'impressione di incompiutezza generale a fronte di un qualcosa che poteva essere alquanto interessante e invece non è. Anche l'ambientazione fiorentina non coinvolge totalmente. Sembra di essere in una città qualsiasi anche se la scrittrice tenta di descriverla in maniera approfondita. Si ha come l'impressione che il tutto necessitasse ancora di una rivisitazione più approfondita a livello di bozza e editing. Sarebbe una cosa molto strana, dato che solitamente questo non avviene mai con questo editore, che apprezzo in modo particolare per la sua quasi maniacale attenzione ai dettagli, accuratezza, e politica del prezzo da proporre al lettore. Ma forse in questa occasione i tempi erano ristretti. Perchè "Il giallo di Ponte Vecchio" è un romanzo che, sia per la tipologia di storia e sia per i personaggi, avrebbe avuto grandi potenzialità per poter coinvolgere il lettore. Insomma rimane un po' a metà, come sospeso. Nel complesso comunque una lettura piacevole. In conclusione lo definirei uno di quei libri senza infamia e senza lode insomma. Lo leggi, ma alla fine ti rimane poco. Sufficiente.
Buona lettura
Paolo Vinciguerra
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