lunedì 23 maggio 2016

Teresa Ceccacci: Il mistero del Codice veronese

Teresa Ceccacci

Il mistero del Codice veronese


2016

Pag. 126

Alpes






Nel 1924 il paleografo Luigi Schiaparelli, esaminando i codici conservati nella Biblioteca Capitolare di Verona, trovò un orazionale mozarabico. Il testo liturgico, di origine spagnola, presentava sul margine superiore del retro del terzo foglio, precedute da due croci, due righe tracciate da una mano sicura e abile, accompagnate da una misteriosa scritta, di carattere apertamente simbolico e allusivo. Subito al di sotto, in latino, un ringraziamento al Signore Onnipotente, un'insolita e inquietante rosa dei venti, e ancora una scritta con lodi al Signore. Fin dal suo ritrovamento il codice ha destato l'attenzione di numerosi studiosi, impegnati a decifrare la scritta misteriosa e a rispondere a due cruciali interrogativi: chi l'ha scritto, e soprattutto qual è il suo reale significato? L'antico manoscritto, destinato a recapitare un messaggio che avrebbe sconvolto per sempre le menti dei fedeli, approda a Verona e dopo secoli torna messaggero della vera conoscenza. Un arcidiacono, provetto scienziato intento a fare della sua città una piccola Gerusalemme, e una donna, travolta dall'importanza del suo stesso sangue, danno vita a una trama misteriosa.

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