giovedì 26 maggio 2016

Intervista a Simona Merlo e recensione del romanzo "SessantunoChiodi" a cura di Paolo Vinciguerra




Simona Merlo

SessantunoChiodi
Mistero e morte in Toscana

Pag. 194 Betti Editore 2015

Cinque giovani coinquilini, anime divise tra il Bene e il Male, desideri nascosti dalla normale routine. Una morte improvvisa spezza la quotidianità. Sullo sfondo una Firenze che ascolta la sofferenza di chi si sente impotente; la terra toscana testimone di insoliti accadimenti: suicidio o omicidio? Troppe ombre sulla verità mentre un vento gelido segna i volti di chi vuol sapere. Il potere, a volte, ha le sembianze delle tenebre.



Quando si sfiorano o si affrontano argomenti inerenti esoterismo e mistero si rischia sempre di cadere in banalità o assurdità macroscopiche o anche nel ridicolo. Simona Merlo invece ha saputo miscelare bene un giallo con un sapiente tocco di tensione psicologica e con indubbia abilità narrativa. Una storia che si dipana fra colpi di scena abbastanza frequenti sullo sfondo di una Firenze sorniona e affascinante. Un caso che si rivelerà complicato e irto di difficoltà. Personaggi che sveleranno personalità completamente diverse da quelle che appaiono in un primo momento. Una storia moderna ma che affonda le sue radici in antiche e ancestrali paure. "SessantunoChiodi" non delude il lettore anche per merito dei dialoghi fra i protagonisti. Particolari e abbastanza diversi dai soliti. Una bella scrittura lineare e pulita rende piacevole la lettura. Un buon romanzo indubbiamente, che ha nella sua ambientazione particolarmente intimista il suo punto di forza, unitamente a una indagine dai contorni inquietanti. 

Il blog Atmosfere Letterarie ha l'onore di ospitare l'autrice per una breve intervista.

Simona, prima di tutto volevamo ringraziarti per il tempo che hai concesso al nostro blog...

Grazie a voi di “Atmosfere Letterarie” per l’attenzione che avete rivolto al mio libro SessantunoChiodi e per ospitarmi sul vostro blog, sempre interessante ed aggiornato.

Domanda iniziale di rito: come e quando è nata la tua passione per la scrittura?

La domanda di rito nasconde in sé le stesse difficoltà dell’argomento a piacere dell’Università: troppe cose da voler dire che si mischiano in testa col rischio di creare confusione in chi ascolta e di non sapere mai da dove iniziare (io mi incartavo spesso!). La scrittura ha fatto parte del mio mondo sin da piccola: avevo molti amici di penna, adoravo scrivere pensieri sui diari di scuola (sia miei che delle mie amiche); mi divertivo tanto nel realizzare i biglietti di auguri di ogni tipo dai compleanni ai matrimoni, anniversari, eventi speciali (mia madre ne approfitta tutt’oggi anche per semplici sms). I viaggi introspettivi più difficili, gli sfoghi personali, li ho fatti in compagnia di carta e penna. Ma il momento che ha cambiato il mio rapporto con la scrittura è venuto molto in là negli anni dopo la laurea in Scienze della Comunicazione, dopo il lavoro giornalistico, dopo anni in cui le mie parole erano custodi di sofferenze e gioie personali; quando ho realizzato, grazie alla mia manager Elena Casi, che io dovevo scrivere: potevo continuare a farlo per me e per poche persone certamente, ma dovevo approfondire questa passione, questo amore che facevo volare a bassa quota, dovevo scommettere sulla forza delle mie parole, del mio modo di raccontare immagini, emozioni, storie. Insomma dovevo crederci in prima persona e mettere a fuoco che potevo far parte di una nuova e diversa realtà.

Come è nata l'idea di questo romanzo? Esoterismo e mistero sono le tue principali passioni narrative?

SessantunoChiodi è nato da una scommessa. Nel periodo in cui ho pensato ad un giallo, a come svilupparlo, a cosa avrei voluto dire diversamente rispetto ad altri libri del genere che avevo letto, stavo seguendo alcune serie tv dedicate al mistero e, purtroppo, anche molti casi di cronaca relativi a episodi di violenza, di convinzioni brutali; storie in cui non esisteva una netta distinzione tra bene e male. Così dall’idea iniziale di realizzare – perché no? – un giallo, quasi per scommessa con alcuni amici, sono passata al desiderio di creare un noir da cui far emergere una quotidianità nascosta, una realtà che potrebbe toccare tutti (anche se speriamo di no) in modo subdolo e inquietante. Mi sento tuttavia di tranquillizzare chi mi legge e prova angoscia al solo sentire le parole esoterismo e mistero: non sono e non saranno gli unici argomenti che tratterò nei miei libri!



Per te i personaggi di un romanzo, come in questo caso molto ben descritti, hanno un valore primario nella stesura?

I “personaggi di un romanzo” sono per me i protagonisti della storia, di conseguenza necessari allo sviluppo delle situazioni premeditate o “casuali” che immagino. Sono espressione di sentimenti, agiscono in base ad una volontà. Hanno ruoli diversi e suscitano, in chi legge, differenti processi empatici com’è normale che sia. Non è detto che la parte di personaggio-protagonista sia sempre affidata all’essere umano; mi è capitato ad esempio di raccontare la vita di alcune sedie, di parlare di profumi e cibi ma in generale mentre scrivo penso alla vita, non nel senso autobiografico, ma alla ricchezza e agli spunti che offre ogni giorno nonostante tutto a tutti.

Cosa rende un giallo avvincente secondo te?

La capacità di incuriosire fino alla fine miscelando suspense e colpi di scena; da lettrice mi piace provare ad anticipare ciò che accadrà e collegare ipotesi iniziali mai svelate del tutto. Un punto di vista che provo a non perdere anche quando mi trovo dall’altro lato della barricata. Provo, da scrittrice, a non annoiare chi mi ha dato fiducia. Non vorrei mai deludere le aspettative di chi dedica il proprio tempo alla lettura.

Che rapporto hai con Firenze e la Toscana in generale?

La Toscana è una terra che sto scoprendo a poco a poco. Al momento vivo a Firenze, una città molto diversa da Palermo, dove sono nata, e da Gioiosa Marea, un piccolo borgo marinaro in provincia di Messina in cui ho trascorso l’adolescenza. La Toscana è una regione ricca di chiaroscuri con una tradizione forte che mi affascina. Non si può restare indifferenti al paesaggio, alle bontà culinarie, al linguaggio, all’arte che avvolge tutto il territorio. Al respiro medievale. È chiaro però che alcuni odori, il mare, i miei affetti più cari mi mancano e, per colpa (o per fortuna), quando sento che qualcosa mi sfugge, che non è con me, mi spingo ad apprezzare ancora di più quello che invece vedo e vivo quotidianamente. Così un pezzo alla volta, ogni giorno di più, le sfumature diventano colori nitidi e Firenze, Siena, altre città e paesi toscani, si trasformano in posti conosciuti in cui mi sento a casa.

Puoi raccontare ai nostri lettori da dove trai spunto per le tue storie e come scrive Simona Merlo?

Vengo influenzata da tutto: ciò che leggo e osservo. Altri autori. I racconti della gente, le loro storie, le mie. I colpi di genio cinematografici, le curiosità. Le leggende, la disperazione, l’allegria. Spesso sento l’esigenza, come spinta da forze esterne, di raccontare qualcosa di specifico: mi ronza in testa finché non lo metto nero su bianco. Posso dire che essere curiosa mi aiuta ad approfondire e sviluppare un’idea che magari poi potrebbe diventare un racconto. Non ho sempre lo stesso ritmo di scrittura ma alcune fasi sono ricorrenti; ad esempio dopo aver raccolto il materiale che mi serve per saperne di più su un dato argomento (parlo di qualunque cosa dal fumetto alle news della BBC), schematizzo ciò che mi serve, sviluppo i personaggi, e spesso cerco dei titoli. Mi aiuta a creare un percorso senza sbavature (o quasi) di ciò che è dentro la mia testa e che voglio raccontare. Un titolo come fosse una guida anche se poi lo cambio. E 9 volte su 10 scrivo ascoltando in cuffia vari tipi di musica: un rito di concentrazione che aiuta a isolarmi. Perché sebbene prima e dopo l’atto creativo mi confronto con alcune persone che sanno cosa consigliarmi e come calibrare al meglio il tiro, durante la stesura resto nel mio mondo di fantasia fatto di parole che raccontano immagini e di immagini che le catturano.



Quali sono i tuoi progetti futuri? Un nuovo romanzo in arrivo?

Prima di agosto uscirà una guida un po’ particolare su Siena: non è didascalica in senso stretto ma ha l’obiettivo di far vedere con occhi “non senesi” una città unica sotto molti aspetti. Inoltre conterrà alcune sorprese di carattere tecnologico-digitale, interventi di storici, stranieri e contradaioli, un paio di interviste speciali e avrà alcuni aspetti tipici dello “storytelling”. Ho anche un nuovo romanzo in cantiere; sto lavorando alle sceneggiatura di un fumetto che verrà sviluppato da mia sorella, Melania Merlo, grafica e illustratrice, che ha realizzato le copertine di tutti i miei libri. Infine ho in mente la continuazione di SessantunoChiodi alcuni personaggi meritano un seguito, o no?

Un messaggio e un saluto da parte tua ai lettori di Atmosfere Letterarie...

Senza di voi, splendidi lettori e appassionati di cultura, noir o gialli, romanzi o racconti brevi, poesie, haiku, rimarrebbero fedeli soltanto al loro suono. Grazie a voi, grazie ad “Atmosfere letterarie” e buona lettura. Sempre.


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