venerdì 11 marzo 2016

Recensione "Il demone di Brera" di Ippolito Edmondo Ferrario - Fratelli Frilli Editori -



Ippolito Edmondo Ferrario

Il demone di Brera

Fratelli Frilli Editori

Davide Crespi ha diciannove anni, frequenta con profitto il noto Liceo Classico Giuseppe Parini, appartiene ad una facoltosa famiglia della cosiddetta "Milano bene", conduce una vita tranquilla e irreprensibile. Un pomeriggio di fine primavera, durante una festa con degli amici, Davide muore precipitando dalla finestra della sua abitazione di via Ciovasso, nel cuore del quartiere di Brera. Il destino del ragazzo si intreccia drammaticamente con quello di Neri Pisani Dossi, classe 1954, sociopatico e misantropo antiquario, ex sanbabilino, cultore delle pratiche sadomaso, discendente dalla nobile famiglia meneghina che diede i natali allo scrittore Carlo Alberto Pisani Dossi. Neri si ritrova suo malgrado ad essere l'involontario testimone della morte di Davide. Non credendo alla versione ufficiale degli investigatori secondo cui il ragazzo sarebbe rimasto vittima dell'abuso di alcol e droga, l'antiquario inizia una serrata indagine personale che lo porterà a scoprire sconvolgenti verità sulla doppia vita di Davide. In una Milano moderna, multietnica e tecnologica, Neri si muove con la delicatezza di un carro armato, nemico assoluto del politicamente corretto, razzista ed intollerante oltre ogni limite, ma capace anche di rari slanci di umanità.

Sicuramente una conferma il nuovo romanzo di Ippolito Edmondo Ferrario, che ripropone il personaggio di Neri Pisani Dossi in una drammatica avventura ambientata in una Milano che cela inquietanti segreti. Più spettacolare in confronto al primo romanzo per quanto riguarda la storia, "Il demonio di Brera" invece spacca in due i protagonisti lasciando la scena completamente, o quasi, all'antiquario che diventa l'assoluto dominatore. Sempre lo stesso nei suoi comportamenti acidi e iracondi, sociopatico e antipatico, ma molto più coinvolto emotivamente, più incline a slanci di un'umanità sorprendente. Probabilmente il tema che si va a toccare, non anticipo nulla ma lo si capisce subito dalle prime pagine, sconvolge anche un uomo che fa del suo indubbio egoismo la sua principale ragione di vita. Meno esoterico e più velato, meno aspetti grotteschi e divertenti, meno erotico, ma molto più introspettivo. Una evoluzione del personaggio probabilmente provvisoria e dovuta all'argomento trattato. Grande conferma della scrittura di Ferrario, che riesce sempre a dare un ritmo notevole alla lettura malgrado volumi composti da molte pagine. Si rimane totalmente spiazzati da questo romanzo. Sia per chi ha già letto "L'antiquario di Brera", sia per chi si avvicina per la prima volta a questo geniale personaggio. Perfetto nell'evoluzione della storia, nella descrizione delle atmosfere, nella descrizione di tutti i protagonisti. Continuo a non trovare punti deboli. La storia è sconvolgente e trascinante, con innumerevoli colpi di scena; Milano riacquista il suo antico fascino recentemente un po' perduto. Un drammatico confronto fra la Milano ricca e "bene" e la sua parte povera. Con richiami non tanto velati all'attualità. Un romanzo di Ferrario pertanto totalmente nuovo, uno stile confermato ma diverso. Bello quando si leggono le storie di un personaggio seriale con l'autore che riesce a sorprendere con sempre qualcosa di nuovo, sia a livello di caratterizzazioni, sia a livello di storie, pur mantenendo inalterato il suo indubbio talento narrativo. Consiglierei di leggerli entrambi in ordine cronologico per apprezzare maggiormente quelli che sono tutti i cambiamenti della personalità di Dossi. Consigliato da Atmosfere Letterarie.

Buona lettura

Paolo Vinciguerra


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