sabato 13 febbraio 2016

Recensione "Uccidi il padre" di Sandrone Dazieri - Mondadori -



Sandrone Dazieri

Uccidi il padre

Mondadori

Un bambino è scomparso in un parco alla periferia di Roma. Poco lontano dal luogo del suo ultimo avvistamento, la madre è stata trovata morta, decapitata. Gli inquirenti credono che il responsabile sia il marito della donna, che in preda a un raptus avrebbe ucciso anche il figlio nascondendone il corpo. Ma quando Colomba Caselli arriva sul luogo del delitto capisce che nella ricostruzione c'è qualcosa che non va. Colomba ha trent'anni, è bella, atletica, dura. Ma non è più in servizio. Si è presa un congedo dopo un evento tragico cui ha assistito, impotente. Eppure non può smettere di essere ciò che è: una poliziotta, una delle migliori. E il suo vecchio capo lo sa. Le chiede di lavorare senza dare nell'occhio al caso e la mette in contatto con Dante Torre, soprannominato "l'uomo del silos", esperto di persone scomparse e abusi infantili. Di lui si dice che è un genio, ma che le sue capacità deduttive sono eguagliate solo dalle sue fobie e paranoie. Perché da bambino Dante è stato rapito e, mentre il mondo lo credeva morto, cresceva chiuso dentro un silos, dove veniva educato dal suo unico contatto col mondo, il misterioso individuo che da Dante si faceva chiamare "Il Padre". Adesso la richiesta di Colomba lo costringerà ad affrontare il suo incubo peggiore. Perché dietro la scomparsa del bambino Dante riconosce la mano del "Padre". Ma se è così, perché il suo carceriere ha deciso di tornare a colpire a tanti anni di distanza? E Colomba può fidarsi davvero dell'intuito del suo "alleato"?

Un thriller dal sapore vagamente d'oltreoceano ma con quel tocco di genialità italiana che solo un grande scrittore come Sandrone Dazieri poteva inserire al suo interno. Un romanzo lunghissimo che incredibilmente non stanca mai. Una tecnica di scrittura sopraffina e un talento narrativo espresso qui ai massimi livelli, fanno si che la lettura risulti essere sempre piacevole e continua. Non velocissimo ma si fa assaporare lentamente, pagina dopo pagina. Una trama fitta di avvenimenti, di personaggi uno più meraviglioso dell'altro, di misteri. Di viaggi negli oscuri meandri della mente e della follia. Quello che maggiormente impressiona è come Dazieri sia riuscito a rendere reale il personaggio di Dante Torre. Non era facile caratterizzare così un uomo provato dalla sua tragica esperienza. Ogni minima componente è  descritta in maniera direi geniale. "Uccidi il padre" è composto da vari strati. Il continuo lento sfogliare questi strati fa letteralmente precipitare il lettore in un lungo viaggio meraviglioso e allucinante, facendogli provare e scoprire emozioni davvero uniche. Emozionante, affannoso, adrenalinico il giusto, ma anche divertente in alcune parti, come nel caso dei dialoghi fra Dante e Colomba. Un romanzo che lascia increduli per quello che alla fine si scoprirà essere la verità. Ma alla verità ci si arriva in maniera assolutamente logica e priva di improvvise "estrazioni di conigli" che escono dal cilindro. Una costruzione così ben architettata riferita ad una storia così lunga e a un argomento così complesso, è raro trovarla. Nessun personaggio è fine a se stesso. Hanno tutti un ruolo fondamentale, incatenati uno all'altro da storie personali, da un passato tragico. Una fantastica descrizione di una incredibile lucida pazzia. Qualcosa che potrebbe accadere, che forse è già accaduto, o che forse sta accadendo. Proprio in questo momento. Il futuro è già qui.

Buon lettura

Paolo Vinciguerra 

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