sabato 20 febbraio 2016

Recensione "Squadra speciale minestrina in brodo" di Roberto Centazzo - TEA -



Roberto Centazzo

Squadra speciale minestrina in brodo

TEA


Sono in tre, sono poliziotti, o meglio, lo sono stati: Ferruccio Pammattone, nome in codice Semolino, Eugenio Mignogna, nome in codice Kukident, e Luc Santoro, nome in codice Maalox. Hanno compiuto sessant'anni ma non riescono ad abituarsi alla pensione. Si annoiano. Decidono così di continuare a fare indagini e togliersi qualche sassolino dalla scarpa. Non devono rendere conto a nessuno: soltanto alla loro coscienza, al loro stomaco che s'infiamma facilmente e alla loro prostata che urla vendetta. Sono la squadra speciale minestrina in brodo.

Quando uno scrittore ha il coraggio di mettere momentaneamente da parte un suo filone ormai collaudato,  personaggi ormai apprezzati dai lettori e ribaltare la sua scrittura, dimostra di non essersi adagiato e di essere sempre alla ricerca di qualcosa di nuovo. Questo aspetto lo ritengo apprezzabilissimo. Roberto Centazzo dimostra nel suo nuovo romanzo che si può fare, senza creare dei "cloni" ripetitivi. Una storia densa di  ironia, aspetto già intravisto nei suoi precedenti lavori, che fa sorridere ma che al suo interno propone aspetti altamente drammatici. Un abile "mix" che fa apprezzare questo romanzo in ogni sua parte. Dietro l'apparente goliardia dei tre personaggi, si celano aspetti della vita che ci riguardano tutti, prima o poi. La morte sociale che sopraggiunge al momento della pensione, la pacca sulle spalle, l'orologio placcato oro 18 K o come in questo caso, il più moderno l'I-Phone di ultima generazione, come se questo bastasse a ringraziarti di una vita di lavoro e sacrifici. Ma il peggio viene dopo. Quando sei messo da parte come un rottame ormai inutilizzabile e la tua esperienza non significa più niente. Centazzo affronta non solo tutto questo ma molto di più: il fenomeno della immigrazione, della prostituzione, del denaro sporco. E sempre tutto mascherato con quella ironia che si diceva prima. E' un romanzo che si legge velocemente, e un romanzo che si legge velocemente dimostra che è scritto bene. "Squadra speciale minestrina in brodo" conferma ancora una volta l'abilità descrittiva e narrativa dello scrittore savonese, con uno stile diverso ma sempre incisivo. Era una prova molto impegnativa abbandonare la figura sicura di Toccalossi, che appare citato in un paio di occasioni, ma brillantemente superata e a pieni voti. Tre protagonisti, tre ormai ex poliziotti che non si rassegnano al tempo che passa, che sanno di poter dare ancora tanto. Hanno dalla loro una simpatia e una determinazione uniche. Stemperano la figura del poliziotto duro e la rendono umana. Come un po' tutta l'ambientazione della Questura che appare come un semplice luogo di lavoro fatto di amicizia, semplicità e complicità, invidie e rancori personali. Ambientato a Genova, il romanzo ne fa respirare le ormai consolidate atmosfere, pur senza scendere in dettagli eccessivi tipo navigatore satellitare! E senza cuochi improvvisati, senza ricette per allungare il brodo...anzi la minestrina in brodo! Notevoli anche tutti gli altri personaggi, non molti, caratterizzati in maniera perfetta con brevissime descrizioni. Un romanzo totalmente fluido e accattivante. Si ride, diverte, appassiona e coinvolge, con un profondo tocco di amarezza e di noir. Un ottimo inizio di quella che speriamo diventi una lunga serie. Semolino, Kukident e Maalox hanno un brillante futuro davanti a loro. Faccio mie le parole della fascetta che correda il volume a firma del grande Maurizio De Giovanni: " Ma chi l'ha detto che con la pensione finisca la voglia di cambiare il mondo? E chi l'ha detto che con la pensione non si rida più?". 

Buona lettura

Paolo Vinciguerra





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