venerdì 26 febbraio 2016

Recensione "Milano disco inferno" di Riccardo Besola - Novecento Editore -



Riccardo Besola

Milano disco inferno

Novecento Editore

In una sera d’estate del 1975 in una stamperia di long playing in vinile, l’operaio Mario Spitz incide un codice alfanumerico alla fine del solco di un disco. Un uomo al suo fianco lo osserva con attenzione. La piccola ditta è deserta, è l’orario di chiusura. Qual è il significato del codice? Perché una banda criminale e alcuni poliziotti vogliono entrarne in possesso a ogni costo? Scordatevi i buoni e i cattivi: questo incalzante thriller è una caccia al tesoro in cui vince chi resta vivo.

Se volete un romanzo "cattivo" e che lasci letteralmente senza fiato, "Milano disco inferno" è il romanzo che fa per voi. Una storia incredibile, che sembra iniziare lentamente seguendo i classici canoni del noir metropolitano per poi svilupparsi in un incredibile intreccio narrativo dai contorni feroci. La concatenazione di eventi è incalzante. Un susseguirsi di drammatici fatti di sangue che sembrano non avere mai fine  e che partono da un episodio all'apparenza banale. Spirale dai contorni a volte grotteschi ma mai banali. Ambientato nei problematici anni '70, il romanzo vi trova la sua ottima collocazione storica. Ne fa rivivere le atmosfere generali e in particolar modo quelle milanesi. Piccoli dettagli inseriti in maniera perfetta così come gli scampoli di vita quotidiana. Insomma ci si ritrova catapultati completamente in un periodo storico non facile, attraversato da una drammatica crisi economica e politica.  E praticamente tutto ha inizio per centomila lire! Una storia che non propone un protagonista assoluto, o buoni contro cattivi. Solo una assoluta e disperata corsa per sopravvivere, spalmata lungo un certo periodo di anni. Padri e figli accomunati da un incredibile comune destino. Riccardo Besola lascia senza fiato il lettore, incalzandolo sempre pagina dopo pagina. Bravo anche a descrivere i tanti episodi di violenza senza scendere in particolari troppo splatter. Una trama molto cinematografica e che nel susseguirsi della storia ricorda molto i film dei fratelli Coen. Dramma unito al grottesco, persone "normali" che si trasformano in spietati assassini, concatenazione di eventi che peggiorano ogni volta le situazioni senza una apparente fine, trama fitta e angosciante. Grosso pregio di Besola è la sua scrittura, priva di arzigogoli letterari e per questo risulta piacevole, semplice. Porta quasi per mano il lettore, lo instrada, come un racconto narrato a voce. I personaggi hanno un grosso impatto, uno per l'altro e Milano appare muta spettatrice, avvolta in antiche nebbie. Da leggere e rileggere il bellissimo finale, altamente introspettivo e molto amaro che cela storie di solitudine e di paurosi vuoti interiori. Consigliato. Un altro bel capitolo firmato Besola della interessantissima collana "Calibro 9"  diretta da Paolo Roversi, della Novecento Editore.

Buona lettura

Paolo Vinciguerra

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