Marco G. Dibenedetto
Monkey Gland
Golem Edizioni
Il cadavere di un ragazzo viene trovato nella propria abitazione. Il
corpo è disteso sul letto, coperto da un telo verde simile a quello che
si usa nelle sale operatorie degli ospedali. Solo una parte è scoperta,
sulla quale un bisturi ha fatto il proprio lavoro. Perché? Un'operazione
non riuscita o un messaggio nefasto? L'ispettore Rubatto e i suoi fidi
collaboratori sono alle prese con un nuovo mistero che si snoda tra San
Salvario e Grimaldi di Ventimiglia. Anche in questo caso i colpi di
scena non mancano, così come le stimolanti riflessioni dell'ispettore su
cosa sia giusto e cosa no.
E' incredibile come con soli cinque personaggi Dibenedetto sia riuscito a creare una storia tanto torbida e incalzante quanto psicologica. Ormai le definizioni si sprecano: noir, psico-noir, noir-metropolitano, hard-boiled e tanti altri. Questo è "semplicemente" un gran bel giallo, ben costruito e molto ben scritto. Certo non mancano implicazioni di carattere psicologico molto marcate ma era la storia in se che le richiedeva. Il merito dello scrittore torinese è stato quello di non appesantire questo aspetto. Pertanto il romanzo scorre piacevolmente. Cinque personaggi volutamente neanche troppo marcati. Storie personali ormai quasi ordinarie ai nostri giorni, ma intriganti e realistiche. Non siamo di fronte a investigatori dal carattere difficile e tormentato. L'ispettore Rubatto appare come il classico funzionario di Stato, intelligente, scaltro, ma con i suoi tempi e le sue pause, attento a preservare la sua privacy, rendendosi conto di essere arrivato al massimo di quella carriera che aveva abbracciato con prospettive alquanto diverse. Mentre l'agente Aceto, suo fido collaboratore, è ancora mosso da quell'entusiasmo giovanile che lo porta ad affrontare anche pericoli estremi. "Monkey Gland" è un romanzo sorprendentemente asciutto e "secco", un po' come il cocktail da cui prende il nome. Cocktail dalla storia particolare che ovviamente assume un significato ben preciso nello sviluppo della trama. Niente lunghe descrizioni particolareggiate, privo di fronzoli e per questo un romanzo che si fa leggere tutto d'un fiato. Velocissimo. Una serie continua di emozioni fra Torino e la Liguria di Ponente. Raramente ho trovato un libro così condensato ma che lascia alla fine piacevolmente colpiti. Penso non occorra aver letto gli episodi precedenti dell'ispettore per apprezzare appieno questo libro. Proprio grazie alle ottime caratteristiche narrative insite nella trama. E questo non sempre accade con i personaggi seriali. Una scrittura, quella di Marco Dibenedetto, con la quale entri subito in sintonia. Facile ma incisiva. Non manca nessun aspetto a questa storia ed anche il finale ne segue lo sviluppo costante con una sua logica investigativa. Un ottimo romanzo che analizza quelle che sono le aspettative dell'uomo, le sue speranze, ma che spesso sono tradite dalla vita stessa. Assolutamente consigliato.
Buona lettura
Paolo Vinciguerra
E' incredibile come con soli cinque personaggi Dibenedetto sia riuscito a creare una storia tanto torbida e incalzante quanto psicologica. Ormai le definizioni si sprecano: noir, psico-noir, noir-metropolitano, hard-boiled e tanti altri. Questo è "semplicemente" un gran bel giallo, ben costruito e molto ben scritto. Certo non mancano implicazioni di carattere psicologico molto marcate ma era la storia in se che le richiedeva. Il merito dello scrittore torinese è stato quello di non appesantire questo aspetto. Pertanto il romanzo scorre piacevolmente. Cinque personaggi volutamente neanche troppo marcati. Storie personali ormai quasi ordinarie ai nostri giorni, ma intriganti e realistiche. Non siamo di fronte a investigatori dal carattere difficile e tormentato. L'ispettore Rubatto appare come il classico funzionario di Stato, intelligente, scaltro, ma con i suoi tempi e le sue pause, attento a preservare la sua privacy, rendendosi conto di essere arrivato al massimo di quella carriera che aveva abbracciato con prospettive alquanto diverse. Mentre l'agente Aceto, suo fido collaboratore, è ancora mosso da quell'entusiasmo giovanile che lo porta ad affrontare anche pericoli estremi. "Monkey Gland" è un romanzo sorprendentemente asciutto e "secco", un po' come il cocktail da cui prende il nome. Cocktail dalla storia particolare che ovviamente assume un significato ben preciso nello sviluppo della trama. Niente lunghe descrizioni particolareggiate, privo di fronzoli e per questo un romanzo che si fa leggere tutto d'un fiato. Velocissimo. Una serie continua di emozioni fra Torino e la Liguria di Ponente. Raramente ho trovato un libro così condensato ma che lascia alla fine piacevolmente colpiti. Penso non occorra aver letto gli episodi precedenti dell'ispettore per apprezzare appieno questo libro. Proprio grazie alle ottime caratteristiche narrative insite nella trama. E questo non sempre accade con i personaggi seriali. Una scrittura, quella di Marco Dibenedetto, con la quale entri subito in sintonia. Facile ma incisiva. Non manca nessun aspetto a questa storia ed anche il finale ne segue lo sviluppo costante con una sua logica investigativa. Un ottimo romanzo che analizza quelle che sono le aspettative dell'uomo, le sue speranze, ma che spesso sono tradite dalla vita stessa. Assolutamente consigliato.
Buona lettura
Paolo Vinciguerra
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