Massimo Fagnoni
Bologna non c'è più
2015
Pag. 224
Fratelli Frilli Editori
Pietro Ricci educatore, cinquantenne, laureato in filosofia, è
bravissimo nel suo lavoro, non c'è nessuno in grado di gestire pazienti
psichiatrici come lui, ma non è contento né del suo lavoro, né della sua
vita. L'unica vera soddisfazione è un seminario organizzato da lui sul
terrorismo delle Brigate Rosse, dove ha conosciuto tante persone
interessate all'argomento e tante persone scontente, come lui, della
propria vita. Pietro incrocia Trebbi in piscina dopo un allenamento e
scambiano due chiacchiere. Due sconosciuti bolognesi davanti alla
macchinetta del caffè. Inizia così la seconda indagine di Galeazzo
Trebbi che questa volta dovrà fare i conti con il passato, quel passato
recente che tanto ha segnato la storia del nostro paese e che lui
conosce bene. Trebbi dovrà scoprire cosa si sta muovendo a Bologna fra i
gruppi della sinistra più marginale ed estrema, fra le inquietudini e
le frustrazioni dei nuovi poveri, sempre più poveri e sempre più
arrabbiati, dovrà capire cosa sta per esplodere nella sua città e dovrà
farlo in fretta. Il commissario Guerra sarà ancora al suo fianco per
cercare di svelare la realtà, quella che nessuno vuole venga rivelata.
Mentre Trebbi si trova suo malgrado ad affrontare un'indagine dai
risvolti politici inaspettati viene assunto da una famiglia dell'alta
borghesia bolognese per vegliare sul loro giovane rampollo, e si trova
costretto nuovamente a fare i conti con la sua occulta umanità.
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