Maria Bruno
Silenzio criminale
2015
Pag. 400
Agemina Edizioni
Raccontare di mafia o di camorra e 'ndrangheta in un romanzo non è
semplice. Entrare negli intricati marchingegni di chi si muove e vive
nel mondo sommerso della vita sociale significa affrontare temi
cruciali, studiare i metodi criminali e i costumi arroganti delle
organizzazioni che operano ai margini della società. Maria Bruno ci è
riuscita perché, con delicatezza e col massimo della penetrazione
psicologica, ha saputo caratterizzare sia la vicenda narrata sia i
personaggi. Don Antimo è il protagonista chiave di "Silenzio criminale".
Tra brevi apparizioni e parole misurate, fa respirare aria di
predominio e tiene sotto scacco tutti gli abitanti di Campodemori, un
quartiere degradato alla periferia di una grande città partenopea. Lui
estende il suo potere assoluto su tutto e su tutti, illude e violenta,
minaccia e lusinga, ma è anche il dio adorato e imitato, perché dà
lavoro ai giovani e ai suoi luogotenti, anche se quel lavoro si chiama
droga e prostituzione, mentre la facciata è altro. Accanto a una figura
così emblematica, c'è Greta, sua seguace ed emula in affari oltre che
"terribile" amante... e ci sono anche Antonio e Nicole, rispettivamente
figlio e nipotina.
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