Jennifer Dubois
La verità capovolta
2015
Pag. 370
Mondadori
Di rado le cose che vanno storte sono quelle per cui ci eravamo
preoccupati. Quando la sua adorata figlia Lily parte per un semestre di
studio a Buenos Aires, Andrew Hayes è preoccupato che la rapiscano, che
faccia uso di droghe, che non riesca a farsi nemmeno un amico, che se ne
faccia troppi, che resti incinta. Di sicuro non si aspetta di ricevere
una telefonata dalla polizia con la notizia che Lily è stata arrestata
ed è accusata dell'omicidio della sua compagna di stanza. Non può essere
vero. Il mondo inizia a ruotare velocemente e la verità da subito
sfugge da tutte le parti: sua figlia può essere un'omicida? Chi è
davvero sua figlia? La ragazza con i capelli sporchi e le occhiaie,
sofferente e provata dalle durezze del carcere. Ma anche la ragazza
ripresa nei video di un supermercato qualche ora dopo la morte
dell'amica, mentre ammicca e bacia il (forse) fidanzato Sebastien
LeCompte. È la ragazza che ha sempre giocato con regole diverse da
quelle di chiunque altro. È la ragazza che decide di parlare senza
avvocati con Eduardo Campos, il magistrato per l'accusa, e (forse) lo
seduce. Ma soprattutto Lily è la ragazza che alla fine del primo
interrogatorio, poche ore dopo il ritrovamento del cadavere, sola nella
stanza del carcere, si alza in piedi e fa la ruota. Quella ruota sembra
deridere o disprezzare la morte, un gesto di indifferenza. O è piuttosto
il gesto di un'innocente che sente di non poter far nulla per provare
la propria innocenza?
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