Alan Brenham
Alan Behr, vero
 nome dell'autore, ha servito lo stato come ufficiale di polizia e 
investigatore criminale per oltre 17 anni prima di conseguire la laurea 
in legge presso la Baylor University. Dopo aver ottenuto l'abilitazione,
 ha esercitato la professione di procuratore e, in seguito, di avvocato 
penalista. I suoi viaggi personali e di lavoro lo hanno portato in vari 
paesi europei, Medio Oriente, Alaska e in diverse isole dei Caraibi. 
Mentre era al servizio dell'esercito americano, ha vissuto per alcuni 
anni in Germania. Dopo il congedo, con lo pseudonimo di Alan Brenham, ha
 scritto tre romanzi thriller polizieschi: "Il prezzo della giustizia" 
(primo libro della serie thriller di Jason Scarsdale), "Spalle al muro" e
 "Nel segno della vendetta" (secondo libro della serie thriller di Jason
 Scarsdale), pubblicato di recente. Attualmente sta lavorando ad altri 
due romanzi. Alan vive con la moglie nella città di Austin, in Texas. 
Dopo aver lavorato come detective, procuratore e avvocato penalista per 
oltre 35 anni, Brenham ha deciso di attingere dalla propria esperienza 
per dare vita ad una serie di thriller realistici e di grande effetto. 
"Il prezzo della giustizia" è il primo libro della serie thriller di 
Jason Scarsdale. Ed è il primo pubblicato in Italia. La trama e la 
recensione la trovate al link: http://letterarie.blogspot.it/2015/10/recensione-il-prezzo-della-giustizia-di.html 
 Inizialmente il romanzo è stato auto-pubblicato dall'autore poi, grazie
 al notevole successo riscosso tra i lettori americani, è stato notato 
dalle case editrici e ripubblicato dalla Black Opal Books. Finalista nel
 2014 agli International Book Awards, nel 2013 il libro è stato anche 
premiato come miglior thriller poliziesco dall'Associazione degli Autori
 del Texas. 
Alan,
 grazie per aver voluto concedere questa intervista al blog Atmosfere 
Letterarie. Per noi è davvero un grande privilegio e onore. Grazie.
D. Esordio in Italia per il tuo investigatore Jason Scarsdale. 
    Ci vuoi raccontare come nasce questo personaggio?
R. Per
 prima cosa ho creato il nome di questo personaggio   scegliendo quello di
 mio nipote e utilizzando il nome di una città nello stato di New York 
per il cognome. Le sue abitudini, i principi morali e la sua rettitudine
 derivano dalla fusione delle personalità di alcuni detective della 
polizia con cui ho lavorato anni fa. A tutto questo, ho aggiunto anche 
un po’ di me.
D. Ho trovato Scarsdale diverso, molto più "europeo", rispetto agli altri 
investigatori del thriller americano, per stati d'animo, introspezione e
 caratteristiche? E' corretta secondo te questa impressione?
R.  Sì,
 Scarsdale è molto vicino allo stile europeo probabilmente a causa 
dell’influenza inconscia che la sua amica e collega di origine tedesca, 
Dani Mueller, ha su di lui. Inoltre ho applicato anche alcune delle 
influenze che ho acquisito durante i miei viaggi in Europa. Tutto ciò 
credo abbia contribuito a forgiare una personalità "europea" per 
Scarsdale.
D.  Quando è scattata in te la passione per la scrittura? Pensavi di 
ottenere questi ottimi risultati di critica e questo grande 
apprezzamento da parte dei lettori?
R. Direi
 che la mia passione per la scrittura è nata quando ho finito di leggere
 un romanzo di David Baldacci e uno di John Sandford. Quando ho iniziato
 a scrivere romanzi, non ho mai pensato che avrei potuto vincere alcun 
premio o di raccogliere l’alto numero di recensioni positive che poi ho 
ottenuto.
D.  La  tua lunga esperienza in polizia, e da procuratore e avvocato quanto
 incide nella tua scrittura? Hai preso spunto da episodi realmente 
accaduti o sono frutto della tua fantasia? 
R. I miei 
trascorsi nella Polizia e come avvocato hanno avuto un ruolo molto 
importante in ognuno dei miei romanzi. In alcune situazioni ho narrato 
casi reali sui quali ho lavorato come ufficiale di polizia, naturalmente
 dopo aver cambiato nomi e location. Occasionalmente adatto per le mie 
storie anche alcuni eventi reali che ho visto o di cui ho letto nei 
media. La maggior parte dei “crimini" e delle situazioni che appaiono 
nei miei romanzi sono però frutto della mia immaginazione.
D.  Domanda d'obbligo: c'è qualcosa di Alan Brenham in Jason Scarsdale?
R. Sicuramente!
 Entrambi ci siamo innamorati di donne europee. Quella di Scarsdale 
proviene dalla Baviera in Germania mentre mia moglie ha origini italiane
 e precisamente nella zona del Lago di Como.
D. Cosa rappresenta per te il thriller?
R. Per
 me il genere thriller è creazione di suspense, tensione ed eccitazione.
 Se si riesce a costruire una storia coinvolgente, il lettore sarà 
sorpreso e proverà un alto livello di tensione e terrore.
 
D. In Italia spesso si dice malignamente che ci sono molti più scrittori 
che lettori. Le case editrici fanno sempre più fatica. Com'è la 
situazione dell'editoria negli Stati Uniti? 
R. Negli
 Stati Uniti ci sono molti autori e tantissimi lettori. Con l'avvento 
del self-publishing, gli agenti letterari e l’editoria tradizionale si 
sentono sotto pressione. Alcuni agenti hanno cambiato mestiere e diversi
 piccoli editori stanno chiudendo i battenti.
D. Nel thriller americano, in genere, ci sono particolari diversi da 
quello europeo che predilige forse di più l'aspetto cupo, il tormento 
interiore dei protagonisti, rispetto alla storia stessa. Il tuo romanzo 
"Il prezzo della giustizia" sembra invece differenziarsi anche in 
questo, avvicinandosi all'europeo. Sei d'accordo con questa analisi in 
base alla tua esperienza anche di lettore? 
R. Come
 lettore, sono d'accordo con la tua analisi sui thriller americani. 
Fatta eccezione per Stephen King, ho sempre trovato che gli autori di 
thriller americani evitino di avventurarsi nei territori più oscuri 
delle loro storie.
D. "Il prezzo della giustizia" è stato tradotto magistralmente in Italia. 
La traduzione è importantissima, è quasi una riscrittura. Ci sono 
contatti stretti e continui fra lo scrittore e il traduttore? 
R. Assolutamente sì. Senza una stretta collaborazione tra i due, una traduzione accurata ed efficace non sarebbe possibile.
D. L'avvento dell' e-book come è stato accolto da te come scrittore e 
lettore? In Italia stenta ancora ad affermarsi totalmente. Si preferisce
 ancora la carta, il profumo e il fruscio della carta.
R. In
 un primo momento, ammetto che come lettore ho odiato gli e-book. Poi ho
 acquistato un e-reader Nook e ho iniziato a leggerli ma sento la 
mancanza del fruscio della carta, di girare le pagine e la sensazione di
 un vero e proprio libro nelle mie mani.
D.  Quando si crea un personaggio seriale, si rischia di stancare il 
lettore oppure no? A vedere il successo che tanti scrittori americani 
hanno avuto sembrerebbe di no. Ma qual'è il segreto per proporre sempre 
qualcosa di nuovo ?
R. Penso che, realisticamente parlando, ci sia sempre una possibilità che una mia storia possa annoiare un lettore.
Pertanto,
 spetta a me saper creare delle situazioni più oscure e più minacciose 
che mettano in pericolo i personaggi. Per fare questo, leggo almeno un 
quotidiano al giorno (purtroppo ogni giorno accadono parecchie cose 
spaventose nel mondo), guardo la TV e riporto alla mente alcuni dei 
peggiori casi ai quali ho lavorato come ufficiale di polizia e come 
avvocato penalista.
D. Quali sono stati  i tuoi autori di riferimento? Ti sei ispirato in particolar modo a qualcuno? 
R. La
 mia lista di autori di riferimento varia di settimana in settimana. Ho 
iniziato con Baldacci e Sandford, poi sono passato a Michael Connelly e 
John Grisham e ora seguo molto Greg Iles e Stephen King. Ci sono due 
autori americani molto noti che mi ispirano: Michael McGarrity per le 
vivide descrizioni degli ambienti in cui si svolge la storia, e Stephen 
King perché, come dice lui, nei suoi libri nulla è mai come sembra.
D. Leggi anche romanzi di scrittori europei?  
R. Ho
 letto due romanzi di un autore britannico, Emlyn Rees, poi recentemente
 ho acquistato Il cane di terracotta di Andrea Camilleri e Tumbleweed 
dell’autore olandese Janwillem Van De Wetering.
 
D. Che
 rapporto hai con i tuoi lettori? Che effetto ti fa sapere che una 
storia che hai scritto tu provocherà delle forti emozioni in tante altre
 persone  in tante parti del mondo? 
R. Mi piace 
sentire cosa pensano i miei lettori e prendo nota dei loro commenti. Il 
fatto che provino forti emozioni su una mia storia significa che i 
lettori stanno analizzando il libro perché li fa riflettere su un 
principio morale o riporta alla mente una vicenda personale e, a mio 
parere, questo è un bene. Fare in modo che i lettori parlino della 
storia è l’obiettivo di ogni autore di romanzi. Ad esempio, alcune 
lettrici americane hanno espresso la loro opinione sull'aspetto morale 
di ciò che Dani Mueller ha fatto in California facendo nascere una 
dibattito interessante.
D. Una domanda particolare: spesso intervistando gli scrittori italiani, 
questi affermano di essere talmente coinvolti dalla storia che stanno 
scrivendo e dai personaggi che stanno descrivendo, che questi 
personaggi, ad un certo punto, vanno per conto loro, sono loro stessi a 
scrivere. E' un'affermazione un po' esagerata o è così anche per te? 
R. Per
 quanto strano possa sembrare, i personaggi di una storia dettano il 
modo in cui questa dovrà svilupparsi. Quindi, sì, è lo stesso per me e 
per molti altri autori con i quali ho avuto contatti.
D. Quando uscirà in Italia il secondo Scarsdale? 
R. Spero che ciò avvenga entro il prossimo anno.
D. Nel tuo romanzo hai dato molto spazio ai dialoghi, gioia e dolore di 
ogni scrittore, rendendoli veri ed emozionanti. Hai dato meno spazio 
all'ambientazione. La storia è avvincente. I personaggi di grande 
impatto emotivo.  Esiste l' equilibrio perfetto raggiungibile fra tutte 
queste componenti?
R. Sì
 e il mio obiettivo costante è raggiungere questo equilibrio. Ma credo 
anche che il fascino di una storia sia più nella mente dei personaggi 
che nell’ambientazione.
D. Un' ultima domanda. A quando un tour europeo di presentazioni? Con 
ovviamente tappa italiana. Quali sono i tuoi programmi futuri?
R. Al
 momento non ho in programma di viaggiare in Italia o in Europa, ma non 
perderei questa opportunità se dovesse presentarsi in futuro. Sono stato
 a Roma due volte e ho viaggiato in quasi tutti i paesi europei 
(compresi due anni in cui ho vissuto in Germania), se avrò la 
possibilità di tornare ancora una volta, lo farò molto volentieri.
Alan, ancora grazie della tua disponibilità e pazienza nel rispondere alle nostre domande. Un arrivederci a presto!
Paolo Vinciguerra


 
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