Eric Ambler
Viaggio nella paura
2015
Pag. 226
Adelphi
È il gennaio del 1940, il mondo attende una «primavera sanguinosa», e Mr
Graham, ingegnere inglese specializzato in artiglieria navale, si
appresta a lasciare Istanbul dopo aver assicurato alla propria azienda
l'appalto per il riequipaggiamento della flotta militare turca. Graham è
un tipo tranquillo, simpatico, con una mente matematica e la cordialità
senza smancerie di «un dentista di lusso che cerchi di distrarti», e
ora non desidererebbe altro che trovarsi a casa in compagnia
dell'affettuosa moglie e delle sue noiose amiche. Ma quella ferita di
striscio alla mano destra, che si contempla nascosto sul piroscafo
Sestri Levante in partenza per Genova, gli ricorda l'inaccettabile
verità che gli si è svelata nelle ultime ventiquattr'ore: qualcuno lo
vuole morto. O meglio: i nazisti lo vogliono morto – e faranno di tutto
per impedire che rientri a Londra. Graham dovrà imparare sul campo il
mestiere dell'agente segreto e difendersi dalle insidie che si celano
dietro l’apparenza innocua degli altri passeggeri: Josette, la bella
ballerina bionda bisognosa di protezione; il turco Kuvetli, commerciante
di tabacco; Fritz Haller, archeologo tedesco di ritorno dalla Persia;
il greco che odora di essenza di rose e si fa chiamare Mavrodopoulos;
l'affabile Mathis, francese con dichiarate simpatie comuniste. Da par
suo, Ambler non si limita a offrirci una trascinante spy story, dominata
da un'atmosfera di cupa attesa: le affida la denuncia delle occulte
ragioni della guerra – ragioni che occulte devono rimanere, altrimenti
«i soldati inglesi e francesi ... non combatterebbero».
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