Enrica Belli
La giovane morte di Mario Pietrantoni
2015
Pag. 159
Frassinelli
Era ancora bambino, Mario, e già aveva la fama del santo e dello
screanzato. Soprattutto, aveva le idee chiare. Lui non la voleva la vita
di suo padre e sua madre. Gente onesta, sì, ma che si spaccava la
schiena nei campi. Lui voleva qualcosa di meglio per sé, che almeno la
fatica deve essere ricompensata. Così, il giorno in cui sente di certi
signori che, correndo in bicicletta, guadagnano anche cinquantamila lire
per volta - come quel Girardengo di cui tutti parlano - non riesce a
pensare ad altro. Quello deve essere il suo destino. E nonna Antonia,
gran femmina, lo ha capito. Lo sa che quel ragazzo darà lustro alla
famiglia. È per quello che un giorno di febbraio gli fa trovare in
cantina una bicicletta tutta nuova. E, chilometro dopo chilometro, Mario
campione ci diventa. Amato, corteggiato, l'orgoglio del paese. Allora
perché finisce morto in campagna come un qualunque disgraziato? Un
incidente? O qualcuno geloso di un ragazzo che piaceva troppo alle
donne? O un avvertimento: al Partito non puoi girare le spalle? Che
compito ingrato per il commissario Gregorio Linguiti cercare la verità.
Lui che a Mario voleva bene come a un figlio. L'indagine più dolorosa
della sua vita.
Questo è un romanzo che ho apprezzato moltissimo, sia per la qualità della scrittura, raffinata ed efficace al contempo, sia per la qualità dell'intreccio, potente e tragico nel senso più classico del termine. Da non perdere.
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