Lars Kepler
Il porto delle anime
2015
Pag. 450
Longanesi
Jasmin è una donna, una madre, un soldato
dell’esercito svedese di stanza in Kosovo. Vive per l’amore del figlio
Dante, che ha avuto da un suo commilitone, un uomo poco affidabile che
cerca di affogare nell’alcol e nella droga gli orrori della guerra.
Jasmin in Kosovo è stata ferita gravemente, e durante il ricovero in
ospedale, mentre lottava tra la vita e la morte, la sua anima si è
trovata per qualche giorno in un’affollata e misteriosa città portuale
dove tutti i cartelli sono scritti in cinese e dove ha visto imbarcarsi,
per non tornare mai più, uno dei suoi uomini. Ma Jasmin è forte e sa
come tornare dalla città misteriosa, sa che si deve stare molto attenti a
non farsi rubare la targhetta d’argento che ti mettono al collo quando
arrivi nella città misteriosa, perché è il lasciapassare per il ritorno.
Due anni dopo la prima esperienza nella città dei morti, Jasmin ci
ritorna di nuovo con il figlio: hanno avuto un incidente d’auto e solo
lei riesce ad allontanarsi per tornare di nuovo nel mondo dei vivi,
lontano dal porto delle anime. Dante è molto più grave, dev’essere
operato, e Jasmin non può abbandonarlo nella città misteriosa: deve
tornare, lottare per quello che ha di più caro, in un terribile gioco di
morte che rischia di vederla sconfitta.
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