mercoledì 16 settembre 2015

Daniela Rispoli: Dipinta di rosso

Daniela Rispoli

Dipinta di rosso


2013

Pag. ----

La Carmelina







Baltimora. Novembre 2012.

Nella notte è rinvenuto il cadavere di una giovane donna fasciato da un abito da sera rosso e contornato da misteriosi indizi lasciati dall’assassino. La macabra messa in scena accoglie e restituisce un cadavere i cui occhi sono bendati da un pezzo di stoffa strappato dal vestito stesso. Sotto la benda le palpebre sono suturate e cucite insieme da filo. All'altezza del cuore una carta da Poker (Regina di Cuori), in direzione dei piedi un fiore di protéa, in mano tiene una maschera veneziana. I piedi sono tenuti insieme da fil di ferro. Il cuoio capelluto, all'altezza della tempia, è reciso a forma di cerchio perfetto. Sul braccio un ferro rovente le ha lasciato una marchiatura: una scritta in latino. Partono le indagini. I due agenti assegnati al caso chiedono aiuto a una criminologa di fama internazionale specializzata nella simbologia e nell'allegoria degli omicidi. Le indagini portano al fermo di due individui e il Detective Moreno e la specialista Grindal uniranno le forze per capire chi effettivamente ha commesso il delitto. La criminologa, uno dopo l'altro, scioglierà quel groviglio di simboli individuando tutti i significati degli indizi e, forte delle indagini, degli interrogatori, e di una funesta serie accadimenti, individuerà infine l'assassino. I colpi di scena si susseguono con false piste, accuse a innocenti e rimpasti delle indagini. Documenti che si credeva fossero spariti tornano alla luce e, naturalmente, un diario e il test del DNA che costituirà la prova schiacciante. Il fulcro del libro non sarà tanto la scoperta dell'identità dell'assassino bensì del ruolo che ha e soprattutto ha avuto nella vita della criminologa stessa il cui passato deviato, avverso e controverso ritorna prepotentemente a farle visita benchè lei si fosse imposta di dimenticarlo per sempre. Una lunga serie di terrificanti coincidenze busseranno alla sua porta riportando a galla tutti i suoi scheletri nell'armadio macchiati di peccati inconfessabili, sia conosciuti sia ignoti. Lei farà quindi una cosa che non aveva mai fatto in tanti anni di brillante professione: metterà a tacere la verità su quello che fra i corridoi del dipartimento della squadra omicidi della polizia di Baltimora passerà alla storia come "l'assassinio in abito da sera".

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