Alberto Colangiulo
Teresa ha gli occhi secchi
2015
Pag. 248
Lupo
Il mare è così o ti porta santi o ti porta tempeste. Basso Salento,
Porto di Trecaze. In questo ultimo sud d'Italia scolpito dalle acque un
veneziano, vagabondo del mare, trova riparo durante una tempesta. La sua
vela è distrutta e lui, costretto a stanziarsi, riesce a far breccia
negli animi degli abitanti del borgo. E non solo. Mette su una birreria
proprio sul molo del porto e col tempo trasforma quell'osteria marinara
in un punto di ritrovo per gli amanti della libertà in rifugio per
solitari e bettola per baldorie. Mesce birra a fiumi e cucina da dio,
canta e incanta come un prestigiatore. Ma in un mattino di fine novembre
il suo corpo viene ritrovato in una marmitta a galleggiare nel lento
moto di un mare in bonaccia. Fra sguardi sospetti e poche parole di una
muta comunità il maresciallo Gerardi e l'appuntato Nardi indagano
sull'omicidio; ma entrambi si ritroveranno a investigare su se stessi,
sulla parte buia della loro anima e sulle loro emozioni. Dovranno
navigare nel proprio mare nero, in quella dimensione interiore che si
nutre di inquietudini inconfessate.
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