Abelardo Castillo
I mondi reali
2015
Pag. 261
Del Vecchio Editore
Vecchiette multimilionarie, barboni,
adolescenti, criminali, i personaggi più disparati prendono vita nei
racconti di Castillo, perfettamente intagliati nel linguaggio,
riportando continuamente in primo piano lo sfondo di un'Argentina
nitidissima e insieme fuori dal tempo. Storie perturbanti, kafkiane, del
"limite", che hanno indotto la maggior parte dei critici a definire
Castillo il più diretto erede di Julio Cortázar. In alcune storie,
elementi fantastici si congiungono a quelli umoristico-polizieschi o,
ancora, è la vita di coppia che si fa simbolo della battaglia di
sopravvivenza quotidiana. Ma per quanto le storie dei cuentos siano
attraenti e originali, è lo stile inconfondibile di Castillo a dominare
la scena. Una lingua semplice, incisiva ed elegantissima, che danza tra
registri colloquiali, linguaggio infantile, monologo allucinato, ma
senza mai rinunciare alla coloritura porteña. Ecco che figure e
caratteri si distinguono mano a mano nell'affresco, contribuendo alla
definizione di un'immagine complessa, permeata da un'ironia grottesca
che fa riflettere inevitabilmente sulla condizione dell'uomo
contemporaneo e sulle infinite possibilità del reale.
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