Dan Wells
Io non sono un serial killer
2012
Pag. 281
Fazi
John
Wayne Cleaver è, per sua stessa ammissione, un "tipo strano". A
quindici anni, la sua occupazione preferita è aiutare la madre e la zia,
che gestiscono l'obitorio di una piccola cittadina, a imbalsamare
cadaveri ed è incapace di entrare in contatto emotivo con le persone. Ma
soprattutto, a preoccuparlo, è l'ossessiva attrazione che avverte nei
confronti dei serial killer, delle loro storie, dei loro macabri
rituali. È in grado di snocciolarne usi e strategie, e disporli in
un'inquietante enciclopedia del male. Una passione che gli appare come
il presagio di una volontà superiore che lo inchioda al medesimo
destino. Del resto, presenta strani sintomi: incontinenza notturna,
piromania, impulso alla violenza sugli animali. E ancora: può essere
solo un caso il fatto che i nomi di ben due serial killer del passato
rimandino al suo nome di battesimo? John Wayne s'impone perciò alcune
severe regole di comportamento per allontanare l'incubo che lo minaccia,
mentre il dottor Neblin, lo psicologo da cui va una volta a settimana e
che gli rivela la sua sociopatia, lo aiuta a scavare in se stesso. Ma
tutto si complica via via che alcuni corpi vengono ritrovati
orribilmente mutilati per le strade della città. Stavolta l'ossessione
del ragazzo diventa realtà appena fuori di casa e il suo demone
interiore è costretto a uscire allo scoperto, sulle tracce di quel
mostro che, là fuori, sta lanciando una sfida che non è più possibile
respingere.
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