Carlo F. De Filippis
Le molliche del commissario
2015
Pag. 336
Giunti Editore
Due
efferati omicidi da risolvere per Salvatore Vivacqua, siciliano
trapiantato a Torino, con più cicatrici che capelli e un carattere
quadrato come la sua stazza. Il romanzo ci trasporta nei meandri più
torbidi della Torino bene. "C'è sempre una mollica, anche piccola, basta
avere occhi buoni per trovarla": è questa la frase che il commissario
Vivacqua ripete come un mantra ogni volta che si trova alle prese con un
nuovo caso. E Salvatore Vivacqua - Totò per gli amici - sa bene che
dove c'è un delitto c'è sempre anche una traccia che il colpevole si è
lasciato dietro. Ma quando viene chiamato d'urgenza nella chiesa della
Santissima Trinità, capisce subito che questa indagine gli darà del filo
da torcere. Vicino al confessionale è stato rinvenuto il corpo di don
Riccardo in una pozza di sangue, il viso sfigurato, una mano quasi
staccata. Ma chi può aver massacrato con tanta ferocia un uomo anziano,
che a detta di tutti viveva solo per aiutare gli altri e non aveva
nemici? Davvero si è trattato del gesto di un folle, come sostiene
monsignor Acutis? Dopo una serie di interrogatori serrati, Vivacqua
intuisce che quel delitto è solo il tassello di un mosaico molto più
oscuro e complesso. Non a caso, nelle stesse ore, il suo vice
Santandrea, detto il Giraffone, è alle prese con un secondo omicidio:
una ricca musicista morta per soffocamento durante un gioco erotico
finito male, o almeno così sembra... E non è finita qui. Per Totò e la
sua squadra sarà una settimana di fuoco.
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