domenica 28 giugno 2015

Recensione "Milano Pastis" di Davide Pappalardo - Nerocromo -



Davide Pappalardo

Milano Pastis

Nerocromo


 15 aprile 1964: la laboriosa quiete di Milano è turbata da scariche di mitra, urla e sgommate di auto in fuga. È la rapina di via Montenapoleone. Questo romanzo, ispirato a fatti realmente accaduti, è il racconto corale di un atto criminale che forse va ben oltre la rapina "internazionale" e l'avvento dei "marsigliesi". Il '64 è l'anno delle tentazioni golpiste del Piano Solo. Non solo una storia di mala, trame nere e sparatorie. C'è anche l'amore tra Robert, il bandito, e Sherazade, bellissima ballerina tunisina. Un amore difficile che si sviluppa tra pallottole e bollente passione. C'è il rapporto conflittuale fra i due fratelli Bresciani, Robert, duro e carismatico, fratello minore e capo della banda, e Vito, il maggiore, uno sventurato che non sa stare al mondo. C'è il dualismo tra Jo Le Maire, il sindaco della mala, il grande vecchio della criminalità parigina e Robert, il giovane emergente che si fa largo a gomitate e colpi di mitra. Le città, Parigi, sede organizzativa della rapina, e Milano, luogo del crimine, sono piene di chiaroscuri e lampi taglienti: le inquietanti luci del noir. Vite dure, con ombre, odi, passioni, ansie e speranze, un'umanità con un passato impossibile da far dimenticare e un futuro senza possibilità di redenzione.

Devo dire che quando si tratta di romanzi ispirati a fatti realmente accaduti rimango dubbioso. Ho avuto spesso l'impressione di leggere una semplice rivisitazione cronologica dei fatti. Con pochi elementi aggiuntivi. Invece in "Milano Pastis",  esordio dello scrittore Davide Pappalardo, tutto questo non avviene. E' davvero un riuscitissimo romanzo poliziesco con sfumature noir. La storia trascina in maniera perfetta e coinvolgente negli avvenimenti dell'epoca, ma quello che maggiormente colpisce sono i personaggi, che lo scrittore siciliano ha saputo rendere di grande spessore. Meravigliosi. Una grande caratterizzazione che non era semplice realizzare. Colpiscono in profondità e indistintamente tutti.  Dove nasce la sfumatura noir di questo romanzo? Dall'amarezza di un periodo storico difficile in tutta Europa, malgrado un finto boom economico; da un gruppo di giovani sbandati usati a loro insaputa per fini politici; dalla povertà; dalla ricerca di una ricchezza e di un benessere che avrebbero dovuto essere per tutti e non per pochi; da un finale amaro. Un'umanità di grande spessore, fatta di vite dure, forgiata dalla strada, ma ancorata ad una speranza. Le brutture, la violenza, i tradimenti, l'amore: tutti questi elementi sono perfettamente inseriti in questo romanzo. Romanzo che  fa vivere anche un'epoca di cambiamenti radicali, che riporta in una Milano e una Parigi anni sessanta perfettamente descritte. Molto bello anche quello sfondo di ingenuità che Pappalardo ha saputo conferire a quei personaggi che comunque dovrebbero essere i "cattivi". Un'ingenuità questa che te li fa amare.  Il raffronto fra il metodo di indagine della polizia francese e quella italiana è un'altra particolarità divertente inserita all'interno del romanzo. Due commissari agli antipodi, ma dotati entrambi di un sarcasmo notevole e particolare. Insomma, un romanzo corale che riunisce in se tutte le componenti per farne davvero un ottimo romanzo. Consigliato e....buona lettura!

Paolo Vinciguerra

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