lunedì 1 giugno 2015

Recensione de "Maestro di morte" di Mark Billingham - Piemme -



Mark Billingham

Maestro di morte

Piemme

Il cadavere è nudo, inginocchiato sul materasso di uno squallido albergo di Londra. La testa è coperta da un cappuccio, le mani, legate con una cintura, sono protese in avanti come in preghiera. Il killer l'ha violentato ripetutamente. Poi l'ha strangolato. E alla fine, prima di dileguarsi, ha ordinato una corona funebre. Non saranno in molti a piangere la morte di Douglas Remfry, reduce da sette anni di reclusione per aver violentato tre giovani donne. Ma all'ispettore Thorne della squadra crimini speciali della polizia di Londra non interessa il passato della vittima. Il suo compito è trovare l'assassino e consegnarlo alla giustizia.

Romanzo giallo ormai datato ma molto interessante. Ho voluto inserire questa recensione solo per un motivo sostanziale: c'è sempre tempo e modo per ricredersi. Fino ad oggi io e gli scrittori inglesi non siamo andati mai troppo d'accordo. So che forse per molti dirò un'eresia, ma praticamente nessun romanzo giallo/thriller/noir proveniente da Inghilterra, Irlanda, Scozia e affini, mi è mai particolarmente piaciuto. Anzi, sarà un caso, ma quei pochi libri che non sono riuscito a finire, arrivavano proprio da quelle lande. Invece "Maestro di morte" è un bellissimo thriller con al suo interno molte sfumature noir. Finalmente un libro anglosassone che scava dentro all'animo umano, ricalcando quelli che sono un po' i canoni del romanzo latino e italiano in particolare. Si stacca nettamente da quella che è la scuola "british". Bella la storia, stupendi i personaggi e l'ambientazione. Scorre via lasciando sempre con il fiato sospeso, con un intreccio non complicato ma di grande effetto   con un finale altamente spettacolare. Billingham ha trovato il giusto equilibrio, evitando innanzitutto un'ironia che sarebbe stata fuori luogo visto l'argomento trattato, riuscendo a creare un'atmosfera di inquietudine, a creare una sorta di stato d'animo combattuto nel lettore. Bravissimo. Un argomento fra l'altro molto attuale che la descrizione della trama non riesce forse a spiegare completamente. Un romanzo che parla della violenza sulle donne, con un parallelo fra come erano affrontati i casi di stupro negli anni settanta e come vengono affrontati oggi. Da qui partiranno tutte le tragedie inserite nel plot narrativo, con un'analisi intimista di grande effetto, che colpisce duro. Molto buono davvero. Se riuscite a trovarlo dato che risale ormai al lontano 2006, ma penso di si sulle varie piattaforme on line, ve lo consiglio vivamente. Grande romanzo.  

Buona lettura

Paolo Vinciguerra

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