mercoledì 18 febbraio 2015

Intervista allo scrittore Ugo Moriano



Ugo Moriano è nato a Imperia nel 1959, vive con la sua famiglia a Diano Marina in provincia di Imperia. 




Ugo, la passione per la letteratura ti accompagna da sempre?       

R: Buongiorno Franca. Sì, la passione per la letteratura mi accompagna da sempre, ma non quella per la scrittura. Fin da giovanissimo la lettura è stata una componente molto presente nella mia vita. Sono nato e cresciuto in una famiglia di forti lettori e appena ho imparato a leggere ho seguito le loro orme. Fin da ragazzino ho letto tutto quello che mi incuriosiva spaziando tra molteplici generi letterari e crescendo non ho mai smesso di passare da un libro all’altro. 

Allora quand’è che hai iniziato a scrivere? 

R: Era la primavera del 2007, mese di aprile, per essere precisi. Da un po’ di tempo un’idea si rifiutava di lasciare la mia mente e con il passare delle settimane, anziché svanire, continuava a rafforzarsi e ampliarsi. Alla fine, grazie anche alla spinta di mia moglie, ho deciso di provare a “raccontare” quella storia che cresceva nella mia fantasia e, dopo quasi cinque mesi di scrittura vissuta avventurosamente (ogni giorno mi aspettavo di non essere più capace di andare avanti) è nato quello che poi, grazie alla Fratelli Frilli Editori, è divenuto il mio primo romanzo. Sulle ali dell’entusiasmo, frutto del favorevole riscontro di pubblico, nei due anni successivi ho scritto altri due noir e pure un romanzo storico. 

Nel 2009 vede la luce anche il tuo racconto gotico “Il ritorno”

R: “Il ritorno” nasce di getto e lo scrivo in pochi giorni senza mai lasciarmi sfuggire le sensazioni e le atmosfere gotiche che lo caratterizzano. Vede la luce in un fine novembre in cui le brevi giornate soccombono velocemente all’avanzare del buio notturno. Una lotta tra il bene e il male dove quest’ultimo mette in campo tutta la sua forza dirompente. 

Nel 2011 viene pubblicato “Arnisan il longobardo”

R: Scritto tra il 2008 e il 2009, il romanzo viene inizialmente accettato dalla Fratelli Frilli Editori Poi però, a causa di un cambio di strategie editoriali legate alla riorganizzazione delle collane a sfondo storico, il testo rimane parcheggiato per diversi mesi mentre prosegue la mia produzione noir. Solo ad inizio estate del 2011 decido di riproporre il mio lavoro ad un’altra casa editrice (la COEDIT) che lo accetta immediatamente pubblicandolo poi nelle settimane precedenti il Natale. 

Nel 2012 viene pubblicato “L’ultimo sogno longobardo”, vincitore del 61° premio selezione Bancarella  

R: Il successo ottenuto dal primo romanzo storico, aveva spinto la casa editrice a domandarmene un secondo. Io avevo già un progetto in mente e così, continuando le mie ricerche storiche tra biblioteche, testi e territorio, ho portato a termine “L’ultimo sogno longobardo”. Il libro riscuote subito il favore del pubblico, ma devo confessare che mai mi sarei aspettato di essere selezionato per il premio Bancarella. E’ stata una bellissima esperienza, carica di emozioni e piena di soddisfazioni. Un traguardo che ha segnato un momento di svolta perchè, pur restando con i piedi ben piantati in terra, ho capito che stavo diventando “uno scrittore”. 

2013, “Il diamante di Kindanost” 

R: La mia carriera letteraria è spesso guidata dalla curiosità e dal piacere che scaturisce dal poter seguire le mie aspirazioni. Non sapevo assolutamente se quel nuovo testo avrebbe incontrato il favore della COEDIT, ma volevo scriverlo; l’ho fatto divertendomi oltre ogni aspettativa e alla fine è pure piaciuto a un pubblico, certamente in gran parte diverso da quello che aveva letto i miei romanzi storici, ma che non per questo mi ha fatto mancare il suo positivo riscontro. 

Noir, gotici, fantasy, storici medievali, come vivi questi diversi stili di scrittura? 

R: Credo che tutti (e forse in futuro se ne aggiungeranno altri) sono generi metabolizzati in decenni di letture “senza tregua”. Ho apprezzato molteplici autori e storie andando poi a ricercarne sempre altre arrivando a sommare migliaia di testi e così, quando ho iniziato a scrivere, pur privilegiando il noir, non ho esitato a cimentarmi in altri campi. Il mio stile di scrittura (ormai i lettori mi dicono abbastanza definito) mi ha permesso di spaziare senza incontrare eccessive difficoltà. Naturalmente ciò non mi ha esentato da scrupolose ricerche e attente interpretazioni delle trame dei vari filoni. 

Nel 2008 il 1° noir “Il ricordo ti può uccidere” a cui fanno seguito nel 2009 “L’alpino disperso” e nel 2010 “A sanremo si gioca sporco” tutti editi dalla Fratelli Frilli Editori. Come nascono le idee che portano a questi romanzi? 

R: Come ho detto prima, per “Il ricordo ti può uccidere” mi sentirei di dire che è stata l’idea a invadere la mia mente partendo da una ricerca storica fatta per il Comando dei Vigili del Fuoco di Imperia (il mio luogo di lavoro). Il secondo è nato più che altro da uno stato d’animo “autunnale” che mi ha spinto a creare una storia con forti connotati storici e ancora una volta fortemente radicata nel territorio del Ponente Ligure. Per quanto riguarda il terzo, lo spunto è emerso impetuoso grazie ad una normale conversazione con colleghi d’ufficio. Poche frasi scambiate per scherzo e il cuore pulsante della trama aveva immediatamente iniziato a battere. 

Nuovamente due libri editi dalla Fratelli Frilli Editori, nel 2011 “Sospetti dal Passato e nel 2012 “L’arte del delitto”: seguono il solco tracciato da quelli precedenti? 

R: In parte mantengono le stesse caratteristiche di quelli che li hanno preceduti, ossia un forte legame con la Riviera Ligure di Ponente e ambientazioni in diverse località che mi hanno permesso di offrire al lettore una visione delle mie terre fatta attraverso gli occhi di un nativo del posto. Io discendo da genitori, nonni e avi nati e cresciuti tra le strette spiagge che si affacciano sul mare e le retrostanti colline e montagne. In questi libri fanno la loro comparsa i due ispettori della Questura di Imperia e una giornalista di Milano. Saranno loro gli investigatori che risolveranno i casi. 

“L’inganno del tempo”, ancora della Fratelli Frilli Editori, è il 1° classificato al premio internazionale Montefiore, direi che le soddisfazioni letterarie non sono mancate

R: No, non mi sono mancate. Dopo l’esperienza impagabile del bancarella arrivano altri due riconoscimenti importanti: “Il diamante di kindanost” si piazza terzo al premio internazionale di Cattolica e subito dopo “L’inganno del tempo” si classifica primo al premio Montefiore. Nuovamente bellissime esperienze che resteranno scolpite nella mia memoria. 



     
              La copertina de "L'inganno del tempo" - Frilli Editore


Nei tuoi romanzi è evidente una profonda conoscenza della nostre terra ligure, leggendo se ne percepiscono i profumi, l’asprezza e la bellezza. E’ tutto frutto di un notevole studio del territorio? 

R: Sì. Io, pur essendo un “indigeno”, non mi baso solo sulle mie conoscenze, ma mi documento al massimo delle mie possibilità; vado a vedere tutti i luoghi dove ambiento i miei racconti cercando anche di carpire alcune curiosità e caratteristiche per trasferirle nel contesto delle mie trame. 

Com’è nata la collaborazione con la casa editrice Fratelli Frilli Editori? 

R: Devo ringraziare le titolari della libreria Dante di Imperia. Io, dopo aver scritto la bozza del romanzo “Il ricordo ti può uccidere”, non pensavo di poterla inviare a una casa editrice perchè nella mia immaginazione una casa editrice contatta veri scrittori e non dei principianti come era il sottoscritto. Solo su pressante invito delle libraie ho provveduto a spedire il testo a Giacomo Frilli sperando che dedicasse una parte del suo tempo alla sua lettura ed è stata una mossa azzeccata. Da allora ben sei romanzi sono arrivati sugli scaffali delle librerie e altri due sono in itinere. 



                        Ugo Moriano con l'editore Carlo Frilli

Ci vuoi parlare della tua ultima creazione “Gnorff & Lenst” edita dalla COEDIT? 

R: Dopo l’uscita de “L’inganno del tempo” e la stesura della bozza definitiva del noir per il 2015, avevo deciso di concedermi due mesi di pausa dalla scrittura per seguire tutto il ciclo delle presentazioni estive. La fantasia però non accetta freni e così, durante due viaggi di ritorno da Bordighera dove avevo partecipato ad eventi organizzati dalle titolari della libreria Mondadori, ho immaginato due storie che, una volta scritte, hanno raggiunto le dimensioni tipiche dei romanzi brevi. Le ho presentate all’editore della COEDIT e sono state apprezzate. Il risultato è stata la pubblicazione del libro uscito nelle librerie alcune settimane prima delle festività di Natale del 2014. 

Grazie Ugo, ti ringraziamo per la tua cortesia

Franca Costa



      Ugo Moriano con Franca Costa al termine dell'intervista




Nessun commento:

Posta un commento